Informazioni
Difficoltà: Intermedio
Periodo dell’anno | tutto l’anno, meglio se con terreno asciutto |

Il giro della famosa rupe celebrata anche nella Divina Commedia di Dante.
Percorso che consente di raggiungere i borghi attorno a Bismantova e di fare il giro della rupe celebrata nella Commedia di Dante, nel IV canto del Purgatorio e di osservarla dalle diverse visuali panoramiche, oltre che di gettare lo sguardo sul “Paesaggio del Parmigiano Reggiano”, sulla valle del fiume Secchia e dei Gessi Triassici. Il percorso è quasi interamente ciclabile, a parte due o tre brevi tratti in cui occorre spingere o portare la bicicletta.
Siamo nel cuore del Parco Nazionale e della Riserva della Biosfera Unesco dell’Appennino tosco emiliano.
Da Castelnovo ne’ Monti, si segue la strada per le località di Cantigalli e Bellaria, nel centro di quest’ultimo abitato si svolta a sx e si segue la strada asfaltata per 400 m, svoltando a sx su carraia e a dx dopo altri 300 m. Si segue la carraia e si giunge sulla SS PP 108, che si segue a dx e si oltrepassa Carnola, per svoltare sempre su asfalto a sx in direzione Ginepreto ed ancora a sx per la Chiesa e Cimitero di Ginepreto.
Si passa accanto all’Agriturismo “Il Ginepro” e al cimitero e si segue il sentiero SSP fino a Piazzale Dante, il parcheggio sotto la rupe. Si sale al Rifugio della Pietra e si imbocca il sentiero 697 A tenendo la dx al bivio sulla strada asfaltata, per arrivare al deposito dell’acqua, al Sassolungo (palestra di arrampicata), a Ca’ dal Lovastrel, dove, nei pressi dell’edificio, si svolta a sx sul SSP-697 e poi a dx.
Al termine della salita si svolta a sx sul SSP per carraia dirigendosi verso un recinto di cattura per cinghiali e ad un’area di sosta attrezzata. Si lascia il SSP e si scende a dx su una carraia nei prati, si supera la strada asfaltata e si giunge a Casale. Si segue la strada asfaltata principale a dx e dopo 100 m, si svolta ancora a dx, si risale a Case Fiori, e, mantenendo la carraia principale, si arriva nei pressi della Foresteria di S. Benedetto.
Giunti sotto la Foresteria si svolta a dx, sul sentiero SSP 697 e lo si segue fino al bivio del SSP in cui si è passati prima e, dopo circa 50 m, si svolta a dx a si scende a Case Pattino e a Castelnovo ne’ Monti.
Evidenze turistiche
- Pieta di Bismantova
- Sassolungo
- Frana di Fontanacornia
- Eremo di Bismantova
- Ginepreto
- Campo Pianelli
- Caseificio di Carnola (sul percorso)
- Caseificio di Casale (nei pressi)
La canonica della Chiesa di Vologno è stata riconvertita a casa di vacanza con camere e cucina.
DESCRIZIONE DEL PAESAGGIO: la zona della Pietra di Bismantova e di Castelnovo ne’ Monti, fa parte del paesaggio tipico del medio Appennino emiliano, definito come “Paesaggio del Parmigiano Reggiano” e come “Paesaggio Canusino”, in riferimento all’impronta lasciata dal dominio della Grancontessa Matilde e dai suoi avi. Fin dal medioevo la zona è stata plasmata in funzione del governo del territorio, con la costruzione di castelli e pievi, per la produzione foraggera destinata all’alimentazione delle vacche da latte, in associazione con la vite nelle cosiddette “piantate”. Il nome stesso di Castelnovo ne’ Monti viene fatto risalire alla realizzazione del nuovo castello sulla montagnola sorastante il paese, l’attuale Monte Castello, sul quale si conservano i resti edificati in periodo matildico. Su di un altro rilievo è presente la pieve conosciuta anche come “de Bismantova”, la Pieve di Campiliola è stata senza dubbio la più vasta ed una delle più importanti della Diocesi reggiana. Nel 980 la “plebem de Bismanto” (1) era tra quelle possedute dall’Episcopato reggiano costituendo un importante punto di riferimento nell’area appenninica. Nella fase più antica, le donazioni e le concessioni del Vescovo Bonsegnore (1112), e degli Imperatori Federico I (1154-1160), Enrico VI (1191) e Federico II (1224) sancirono la formazione di un cospicuo patrimonio. In quel periodo, e fino al XV secolo, la Pieve era variamente detta “Sancta Maria de Campiliola o de Bismanto”. Questo in virtù del fatto che la chiesa più antica sorgeva appunto sulla sommità della Pietra da cui venne trasferita solo nel XIII secolo. La Pietra di Bismantova è un ‘importante presenza paesaggistica ed identitaria: questo massiccio roccioso dalla forma spigolosa inconfondibile che si eleva in un paesaggio dalle forme arrotondate contraddistingue ed identifica il paesaggio dell’Appennino Reggiano. Queste caratteristiche ne hanno esaltato il profilo mistico, ma anche quello difensivo. Gli studi storici e gli scavi archeologici la rendono protagonista nella vita delle popolazioni che hanno abitato questi luoghi, dall’età del bronzo ai liguri e agli etruschi, dai romani ai Canossa. Dante Alighieri ne coglie il fascino e, forse, si ispira alla Pietra di Bismantova per definire la struttura dell’inferno e del purgatorio della sua Commedia. Di certo ci lascia una lunga descrizione della salita o della scalata della rupe con Virgilio e delle sue emozioni nel IV canto del purgatorio, ambientato sulle sue pareti e sul suo pianoro sommitale (Vassi in Sanleo e discendesi in Noli, montasi su Bismantova’n Cacume con esso i piè; ma qui convien c’om voli). La sua formazione risale al Miocene, ovvero a circa 15 milioni di anni fa, epoca in cui questa calcarenite si è formata in ambiente marino poco profondo in una fase di clima tropicale. Questo gigantesco esempio di erosione residuale di roccia più resistente che poggia su una base di marne argillose più erodibili, è ciò che resta di una ben più estesa placca arenacea in buona parte smantellata, perchè interessata da faglie e fratture e plasmata dall’erosione alla sua base durante lo scorrere dei millenni. Nel sottostante versante sud, sono visibili i grossi blocchi di arenaria staccatisi e giacenti tra la base delle pareti e l’alveo del F. Secchia.
L’identità paesaggistica della Pietra di Bismantova oggi è legata all’arrampicata sportiva, grazie alle tante vie attrezzate, al tempo libero, agli sport all’aperto, alla fruizione del suo ambiente. Ai piedi della rupe sorge l’Eremo edificato agli inizi del XV° secolo, già custodito dai Benedettini e ora santuario mariano diocesano, dove nella sagrestia sono conservati affreschi risalenti al XV secolo, fra questi si trova la Madonna di Bismantova a cui l’Eremo è dedicato dal 1617 e verso la quale da secoli si svolgeva un sentito pellegrinaggio nel mese mariano. Il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ha avviato nel 2019 la ristrutturazione dei locali dell’ex convento, abbandonati da anni e del sagrato, dopo la realizzazione di messa in sicurezza delle pareti rocciose sovrastanti. La pietra separa il bacino del F. Secchia da quello dell’Enza, rientra nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano ed è sito SIC-ZPS di Natura 2000.
Castelnovo offre tutti i servizi del capoluogo di comune e l’ospedale comprensoriale, altri punti di ristoro sono presenti con apertura stagionale. A Carnola e a Casale sono presenti i caseifici con i propri spacci, dove si produce e si vende un ottimo Parmigiano Reggiano di montagna, prodotto di filiera che vede coinvolti i prati da foraggio e gli agricoltori, le stalle da vacche e gli allevatori. Il latte arriva nei ceseifici dove viene trasformato in formaggio e messo a stagionare nei magazzini per un periodo da 2 a 4 anni. La visita ai caseifici è possibile per gruppi, su prenotazione.
Strutture ricettive sul percorso
- Castelnovo ne’ Monti – servizi alberghieri di noleggio MTB/e-MTB, riparazione e ricambi,
- Coop Il Ginepro – agriturismo