Informazioni
Difficoltà: Difficile
Periodo dell’anno | da giugno a novembre |
Referenti di zona | Paolo Mantovani +39 348 3200084 |

Un tour riservato a chi non ha paura di fare un po’ di fatica e ama le discese tecniche.
Il Monte Ravino è l’ultimo rilievo sulla lunghissima dorsale che scende dalla cima del monte Cusna, la vetta più alta dell’Appennino reggiano, in direzione Sud/Est. Apparentemente irraggiungibile, ci riserva una piacevolissima sorpresa: a parte un’ottantina di metri di dislivello che ci costringeranno a portare la bici in spalla, il resto dell’itinerario è interamente ciclabile. La fatica verrà ricompensata da una discesa dalla bellezza selvaggia in un ambiente tipicamente alpino.
Dalla stazione turistica di Febbio-Rescadore, in Comune di Villa Minozzo, si prendono le 2 seggiovie fino ai 2000 metri del Rifugio del Crinale, da dove si potrà godere una magnifica vista che, nei giorni tersi, spazia dal mar Tirreno alle Alpi. Si segue il sentiero CAI 607 in direzione del Passone. Con dei saliscendi che ci potranno costringere a spingere la bici per dei brevissimi tratti raggiungeremo la cima della Piella. Fino al Passone si seguirà l’ampio crinale senza via obbligata, cercando i passaggi migliori e prestando attenzione al fondo talvolta smosso. Raggiunto il Passone continueremo sempre lungo il crinale in leggera discesa seguendo il sentiero CAI 607. In corrispondenza del Passo di Vallestrina una brevissima risalita ci costringerà a spingere la bici per pochi metri. Rimontati in sella, il sentiero si fa più stretto e costringe a divertenti giochi d’equilibrio; proseguiamo lungamente lungo il fianco della montagna, aggirando la cima del Monte Vallestrina e giungiamo in prossimità del Passo della Volpe che si raggiunge spingendo la bici per un centinaio di metri. Dal Passo ci si carica la bici in spalla e si procede con attenzione lungo la ripida e stretta cresta del Monte Ravino. Dopo un’ottantina di metri di dislivello il sentiero ritorna ciclabile, pur con difficoltà e in mezzo ai mirtilli raggiungiamo la nostra meta.
La discesa comincia con un primo tratto molto tecnico e prosegue poi più facilmente. Un breve gradino ripido può essere aggirato per il prato sulla sx, o più semplicemente essere percorso a piedi. Dopo essere entrato nel bosco il trail incrocia la strada che sale da Civago, per continuare dall’altra parte, in prossimità della curva della strada. Seguendo il sentiero dal fondo compatto si arriva ad un bivio: lasciamo il CAI 607 e prendiamo a dx il sentiero CAI 631A. un traverso senza perdere troppa quota e una breve risalita ci porta nei pressi di un rudere (la Cavallina).
Inizia la parte più tecnica del percorso: tornanti stretti, gradini e numerosi passaggi tecnici alzano il livello e mettono alla prova la nostra capacità. Arriviamo così nei pressi di Case del Dolo, all’incrocio col sentiero CAI 605 che imbocchiamo verso sinistra; il trail è largo ma molto sassoso e richiede attenzione.
Giunti al parcheggio di Case Civago, seguiremo la strada asfaltata facendo attenzione a prendere dopo breve un viottolo in salita sulla sx; al bivio successivo prendiamo a dx (segnavia CAI 605). Facendo attenzione ai bivi arriviamo a Case Cattalini dove la strada diventa sterrata; la si segue fino a quota 1331; in corrispondenza di un tornante a sx si imbocca un sentierino che in forte ascesa si raccorda col sentiero CAI 609. Lo seguiamo verso sx (bellissimo single track). Seguendolo prima in discesa, poi con numerosi su e giù, sempre facendo molta attenzione ai numerosi bivi, si rientra a Febbio-Rescadore.
Evidenze turistiche
- Crinale dell’Appennino tosco emiliano
- Case Cattalini- nucleo rurale ristrutturato
- Monumento dei caduti di Civago
- Civago paese, con breve deviazione